Never give up

Ottobre 19, 2018



Cicciona, palla di lardo, rotoli, puzzi… Queste sono le parole che hanno caratterizzato i primi anni della mia adolescenza.

Era il “lontano” 2000, quando la moda era caratterizzata da magliette sopra all’ombelico e pantaloni a vita bassa. Mai una gioia insomma… Essere una ragazzina sovrappeso all’epoca non ti lasciava altre scelte se non sembrare un insaccato o essere fuori moda… La mia scelta, beh, forse dipendeva dai giorni, però mia mamma ha sempre optato per vestirmi fuori moda, ma sai… Gli adolescenti hanno bisogno di sbagliare per realizzare le cose…

Tornando a noi io ero “amica” della più bella della scuola, che ovviamente si è rivelata essere una stronza. Non avevo amicizie, nessuno si voleva sedere al banco vicino a me ed ero sempre presa di mira non solo dai compagni ma anche dai professori…

​Ho sempre avuto difficoltà a fare le interrogazioni: tu davanti alla classe che ti osserva e ride del tuo aspetto, delle tue insicurezze e delle cose che non sai…

Insomma, nel mio caso la discriminazione è stata per il mio aspetto fisico. Mi sentivo sola in un mondo di ragazzini e professori che avevano rispetto per chi era più scaltro, più bella, più magra, più arrogante.

​Una vera merda.

Ma ho ritrovato la voglia di sorridere, anche di me. L’autoironia è lo scudo che mi sono costruita per difendermi perché, siamo sinceri, la cattiveria esiste sempre e a qualsiasi età, solo che da adulti si sa come affrontarla.

​Certe insicurezze sono rimaste, come la paura di mettersi in costume (veri e propri riti di iniziazione che durano ore i primi giorni al mare o in piscina), il terrore che tutti ti squadrino perché hai un rotolino che si intravede dalla maglietta o la paura della puzza anche se ci sono -10 gradi e hai appena fatto la doccia.

Ho imparato a mascherare tutto con le battute così anticipi le eventuali prese in giro degli altri… Riesco solo ad accettare le prese in giro fatte da me… Siamo un po’ tutti stronzi con noi stessi perché è più facile da tollerare.

Fortunatamente ho sempre avuto l’appoggio dei miei a cui sarò grata per sempre sia per l’esempio che mi hanno dato sia per i preziosi consigli. Fortunatamente si cresce, si cambia ambiente e si scelgono le persone che vuoi attorno non perché sono più “fighe” ma perché sono interessanti.

Perciò, in fondo, a quei ragazzini devo essere grata per la persona che sono diventata.

​Perché alla fine io ho imparato ad amarmi.

Erika Vana


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